Interviste alle squadre

Nel roller derby italiano ci sono squadre che hanno una lunga storia alle spalle. Una storia costruita passo passo, dall’esperienza sia nel gioco sia nell’organizzazione degli eventi, da un numero più che abbondante di giocatrici e giocatori – che sono anche l’ossatura delle nazionali – e un’ ammirevole dedizione nel contribuire allo sviluppo del movimento nella sua interezza.

E poi ci sono le squadre che hanno un numero di giocatrici che arriva a malapena alla decina, di cui magari solo un paio con l’MST superato. Squadre che si allenano in piste all’aperto perché non hanno una struttura pronta o disposta ad ospitarle. Squadre che sono costrette a lunghe trasferte per poter fare un semplice scrimmage. Oppure, squadre che vivono tutte queste situazioni contemporaneamente, ma che nonostante questo continuano ad allenarsi con caparbietà, documentando i propri sforzi postandoli sui social – con foto di facce sempre felici -, cercando di imparare il più possibile da chi ha più esperienza.

Ed è proprio da queste che vorrei partire per provare a raccontare il roller derby italiano: inizia qui una serie di interviste alle squadre, più che alle giocatrici, in cui le domande fondamentali sono: “come fate?” e “come avete fatto?”.

Se anche una sola persona, leggendo queste righe, si sentirà ispirata a formare una squadra o ad andare a provare con quella della sua città, potremo dire di aver raggiunto il nostro scopo.

[un grazie a Brutal Sanchez delle Harpies per il supporto] [divider]

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