Lettera alle azzurre che disputeranno il mondiale

In un momento di estrema sensibilità e spiccato romanticismo, mi è venuto in mente di scrivere una lettera alle nostre atlete che stanno per iniziare l’avventura del mondiale di Manchester.

Care ragazze,

la mia “prima volta” col roller derby fu ai mondiali di Dallas, ascoltavo le radiocronache di Ransie cercando di seguire il gioco, ma erano piene di termini tecnici che non conoscevo (“che è un powerjam?”) e di derby name che ignoravo (aspettavo sempre di sentire quelli delle mie amiche di lunga data, Sixxi Blitz e ClaudiHella). Partecipavo ma ero abbastanza all’oscuro di cosa accadesse sul track.

Di tempo sotto ai ponti ne è passato, vi ho visto giocare con le vostre leghe italiane, ho fatto il tifo per voi ogni volta che siete scese in campo coi colori della nazionale, ho imparato a conoscervi sia come giocatrici che come persone e ho parlato di voi nella webzine che nel frattempo ho messo su; e adesso che sta per iniziare un altro mondiale sono parecchio emozionato, perchè sento anch’io di far parte di questo mondo, e per una volta mi ritrovo a esserci da tifoso anzichè con la fredda imparzialità che ho quando faccio NSO (cioè sempre).

Io, come penso tutte le persone che seguiranno le vostre avventure dagli spalti o in streaming, ho grandi aspettative su di voi. Ma è tutta colpa vostra: vi ho viste giocare, vi ho viste allenarvi e impegnarvi, vi ho sempre beccate nelle foto degli eventi che ci sono ogni weekend. Lo so che vi sto mettendo una certa pressione addosso, ma siete voi che siete bravissime e alzate l’asticella delle aspettative!

Ho già architettato di andare a nascondermi in una stanzetta giovedì mattina in ufficio, dicendo a tutti che ho una riunione telefonica (quella che noi chiamiamo una call) ma in realtà sarò davanti allo schermo a tifare per voi. E lo stesso farò nel pomeriggio. Spero non mi piazzino riunioni vere in qegli orari!

Un grandissimo in bocca al lupo a voi, dunque, ma anche al vostro staff: fateci sognare, ve lo meritate voi e ce lo meritiamo noi!

// Rob N. Röll