Campionato 2021/2022: cosa è andato e cosa no

La prima edizione del campionato italiano di roller derby si è conclusa e già si pensa alla prossima stagione, come è giusto che sia. Il modo migliore per farlo è analizzare cosa è andato bene e cosa no, per far sì che il prossimo sia ancora migliore.

Cosa è andato:
l’organizzazione, senza dubbio: contando che il campionato è partito durante la pandemia, l’unico intoppo è stato dover rimandare il concentramento previsto a gennaio per troppe positività. Per il resto, la LIRD ha gestito tutto bene, le gare si sono svolte senza intoppi, non ci sono stati problemi con le piste, qualunque magagna possa essere successa è rimasta invisibile all’esterno.
la tecnologia: le dirette dei concentramenti di campionato hanno bene o male funzionato, considerando che si tratta di collegamenti fatti “artigianalmente”, senza poter sfruttare infrastrutture pre-esistenti nelle piste dove si è giocato.
la comunicazione: con la creazione dei canali social della LIRD, il roller derby comunica bene e con una sola voce, esiste un punto di riferimento centralizzato per il movimento (in passato determinate richieste sono arrivate addirittura qui a Powerjam!) ed è soprattutto un punto di riferimento assolutamente autorevole.
i ref: avere due crew di arbitri italiani è qualcosa che fino a qualche anno fa sembrava abbastanza improbabile, oggi è una realtà. E’ stato bello, soprattutto, vedere tante facce nuove, anche di gente “estranea” al roller derby, buttarsi con entusiasmo in questa avventura. Certo, buona parte dei ref nostrani sono skater o bench staff, ma è comunque un buon inizio.
la FISR, “dietro le quinte”: al netto del carico di burocrazia, che era inevitabile, a giudizio di chi vi scrive il supporto organizzativo della Federazione è stato preziosissimo per la buona riuscita del torneo.

Uno dei successi della LIRD è stato quello di riuscire a creare due crew di ref per i primi quattro concentramenti senza dover ricorrere ad arbitri stranieri. Ovviamente, a Rimini non è stato possibile, ma è stato bello vedere un paio di facce note di nuovo dalle nostre parti
Cosa non è andato:
gli NSO, ma solo quantitativamente: ci sono pochissimi NSO “puri”, la maggior parte sono fresh meat cooptate volta per volta o skater e bench staff che si prestano, magari anche volentieri. Ovviamente, questa non è una colpa della LIRD, del CUG, della FISR o di qualunque altra “sigla” vi possa venire in mente, ma il dato di fatto rimane. Chiaramente un tesserato FISR che già pattina avrà più interesse a fare ref anzichè NSO*. Come se ne esce? Facendo conoscere lo sport il più possibile, favorendo la possibilità che ci sia sempre più gente ad appassionarsi, anche chi non ha mai messo un paio di pattini.
la FISR, sui social: va bene, il roller derby è uno sport difficile da comunicare, ma ci sarebbe piaciuto vedere un po’ più di contenuti relativi al nostro sport postati sui social della Federazione.
l’acustica delle piste: ho presenziato tre dei quattro concentramenti di campionato più il torneo finale, e ogni volta ho notato che gli announcer parlavano a un impianto collegato a delle casse portate appositamente per l’evento (cioè i microfoni non erano collegati a un impianto “strutturale”, e dunque progettato per quella pista), col risultato che forse solo a Vicenza l’audio era comprensibile e non fastidioso. Anche qui, purtroppo, non è una problematica facile da indirizzare (anzi!), visto che riguarda le strutture in sè e non chi le usa – federazione compresa.

Fateci sentire bene gli announcer! Fateci capire cosa dicono! Così tutti potremmo avere la stessa espressione facciale di Medusa!
* pensavo di essere l’unico tesserato FISR a non aver mai messo un paio di pattini, ma mi dicono che ce ne sono 4-5 in tutto: che disdetta!
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[qui avrebbe dovuto trovarsi un paragrafo intitolato “i consigli non richiesti di Powerjam”. Pensandoci su, chi vi scrive è giunto alla conclusione che tutto quello che avreste letto qui sono tutte cose che sicuramente chi di dovere già sa, per cui ci siamo direttamente risparmiati risposte tipo: “sì, lo sappiamo benissimo che sarebbe il caso di fare un altro corso per ufficiali di gara”]