Le avventure del Team Italy in trasferta in Svizzera

Doveva essere una semplice amichevole contro le “solite” avversarie elvetiche, si è trasformata in una serie di imprevisti che hanno messo a dura prova le nostre azzurre. Ecco il racconto delle protagoniste!

Con un annuncio a sorpresa, arrivato solo poche ore prima dell’inizio della gara, l’organizzazione del “Track Mecanique” ha annunciato che a chiudere la giornata sarebbe stato un incontro tra le nazionali italiana e svizzera. L’evento si è svolto a Neuchatel sabato 7, e avrebbe dovuto vedere l’esordio del nuovo roster del Team Italy. Tra l’altro, per diverse giocatrici nostrane sarebbe stato l’esordio assoluto in maglia azzurra.

Ma, come abbiamo tutti scoperto poco dopo, il furgone partito da Milano non è mai arrivato in Svizzera causa guasto e le nostre si sono ritrovate in sei: Storm Fury, Petra Pain, Sgrillo, Tailors e Atomic Bomb, a cui si è aggiunta la “francese” Ballerink arrivata in aereo. Oltre a loro, il bench Professor Plan-B e la Banshee Bloody Barbie (che era in trasferta come accompagnatrice e si è improvvisata Line-Up Manager).

IL RACCONTO DI BLOODY BARBIE

Partenza da udine alle 5 meno dieci di sabato mattina. Ci troviamo a Vicenza con il resto del gruppo e partiamo alle 7.15 in direzione Svizzera. Sinceramente non sapevo esattamente dove stavamo andando, un po’ perchè Sgrillo non è molto brava a dare informazioni, un po’ perchè per la prima volta praticamente stavo facendo una trasferta per fare solamente la spettatrice: avevo deciso di accompagnare Sgrillo in quanto era la sua prima partita con la Nazionale, quindi i dettagli non mi interessavano troppo.

Arriviamo al confine e un po’ di noi hanno messo il cellulare in modalità aereo, un po’ hanno staccato il pacchetto dati perchè non avevamo voglia di regalare ulteriori soldi alla Svizzera. Avevamo appena pagato 40 euro di autostrada e 42 euro per passare in un tunnel e, visto che col furgone eravamo piu alti del normale, abbiamo speso di più di una macchina comune: probabilmente in Svizzera nei tunnel si paga l’aria occupata. Dopo quindi circa 9 ore di viaggio, tra discorsi vari e Anna che ci comunica che voleva assolutamente fermarsi ad una Coop per comprare una marmellata speciale che si trova solo in Svizzera e dei cereali che non sono come quelli italiani (“ma sono un crunchy diverso”), arriviamo finalmente fuori da quella che pensavamo fosse la palestra. Iniziamo a cercare parcheggio e cercaare di capire quanto ci sarebbe costata la sosta. Prima di pagare decidiamo di entrare per verificare che la palestra fosse quella giusta.

Constatiamo che siamo nel posto giusto e mentre usciamo dalla palestra incrociamo Ballerink, che era arriva in treno ed era al telefono e sentiamo: “Sì… Sì… Ok… Si… Siamo in 7… Sì… Ok….”. Ad ogni “sì” notiamo sempre di più che il tono e la sua faccia lasciavano trasparire qualcosa di strano. Dopo una serie infiniti di “sì”, chiude la chiamata, ci guarda ed esclama “abbiamo un problema, siamo solo noi”. Noi ovviamente pensavamo stesse scherzando ma poi lei continua “le altre hanno un guasto al furgone e sono ferme, chiamate Elo”. Avvisiamo Enrico [Professor Plan-B, il bench del Team Italy, ndRob] e cerchiamo di contattarle ma notiamo che la maggior parte dei nostri telefoni non prendono la linea. Enrico finalmente riesce a chiamarle e dopo un tempo che per noi è sembrato interminabile ci comunica che era vero, che non sarebbero mai arrivati in tempo, che erano fermi da un po’ a due ore e mezza da noi, prima del confine svizzero, cercando di risolvere un problema con il furgoncino con cui stavano facendo il viaggio ma senza risultati. Il team Italy presente, che avrebbe potuto giocare, era quindi composto da 6 giocatrici ed il Bench Coach. Noi, dopo 9 ore di viaggio (e per quelle du Rimini erano già 10 ore di viaggio!) non sapevamo se ridere o piangere.

Dopo un breve meeting per decidere se tornare a casa, giocare in 6 italiane contro la squadra svizzera o chiedere dei prestiti si decide per chiedere dei prestiti. Ci rendiamo conto che quasi nessuna ha la divisa per giocare e che nell’altro furgoncino, oltre alle giocatrici mancanti ed il LUM ci sono anche le divise. Fortunatamente nel roller derby non manca l’inventiva e la capacità di addattarsi quindi risolti i problemi delle divise mancanti abbiamo disputato la partita con 6 italiane, 9 giocatrici svizzere non appartenenti alla nazionale, Enrico come Bench e io come LUM.

Giustamente hanno scritto “noi ci siamo” perchè se avessero scritto nomi o numeri di quelle mancanti avrebbero dovuto riempirsi completamente d’inchiostro.

Abbiamo giocato una bella partita, fatto amicizia con le ragazze Svizzere e vinto. Sinceramente, io sono stata molto soddisfatta, sono stata sul track vicino a Sgrillo che doveva fare il suo debutto in nazionale e poi chi puo direi di aver fatto da LUM alla nazionale (o metà della nazionale, vista la situazione) come prima esperienza?

Concluderei con una citazione: ” È andato tutto bene, tranne che per la marmellata”, perchè alla fine nella Coop non abbiamo trovato la marmellata per Anna!

L’ALTRO FURGONE

“Praticamente andava tutto bene”, mi ha spiegato Charlie delle Bloody Wheels, “furgone appena revisionato, il tragitto lombardo piemontese in pianura è stato perfetto. Arrivati però in Valle D’Aosta inizia a faticare, ma ci sta, è anziano. Superiamo Bard, superiamo Saint-Vincent, superiamo Fenis, superiamo Aosta, siamo quasi al confine, al Bernardino, quando improvvisamente si accende una spia, il furgone perde potenza e riusciamo per fortuna ad accostare in un punto di sosta (con, tra l’altro, un caratteristico chiosco che vendeva pollo, fritto misto di pesce e mozzarella di bufala!). Scendiamo e c’è odore di gomma bruciata. Facciamo le chiamate di prassi a chiunque e arriviamo alla conclusione che facendolo raffreddare tutto sarebbe tornato normale. Era un problema di candelette e il motore andava in protezione spegnendosi.

Ripartiamo, sembra tutto risolto ma dopo 2 km in salita il problema si ripresenta. Ripetiamo quanto scritto sopra e ci riproviamo. Riusciamo ad arrivare a Etroubles dove grazie a un passante misericordioso troviamo un meccanico. Diagnosi: bisogna cambiare un pezzo che però va ordinato. Si prospettano davanti a noi 3 opzioni:

1) proseguire fino a Neuchatel per giocare (quindi altre 2 ore e mezza di viaggio) e poi tornare in serata partendo per le 19 da là, rischiando o la morte definitiva del furgone in piena notte o la morte del furgone in territorio Svizzero (tipologia di opzione: rischiosa);

2) tornare indietro ad Aosta e affittare un nuovo furgone pagando, secondo indiscrezioni, intorno ai 400€ e ripartire per Neuchatel arrivando in grave ritardo, giocare forse solo un period e poi tornare nel pieno della serata a riprendere il furgone milanese e proseguire (tipologia di opzione: richiede una valutazione dei costi/benefici);

3) tornare indietro e riavvicinarsi alla Lombardia sperando che il furgone non muoia, ma almeno in caso di morte del furgone saremmo state in territorio Italiano e qualcuno sarebbe venuto a prenderci con più facilità, compreso il carro attrezzista (tipologia di opzione: triste ma sicura).

Quindi abbiamo deciso, con il dolore nel cuore per le nostre compagne arrivate alla venue, di scegliere la terza opzione e siamo tornati. Per fortuna gran parte del viaggio di ritorno era in discesa e il furgone si è spento una volta sola in autostrada e un’altra nell’interland milanese e tutte siamo arrivate sane a casa, sane ma profondamente tristi.