Otto cose che ho imparato allo SKIR

Un’altra lista? Che ci volete fare, ci ho preso gusto. In realtà, è una scusa per fare un po’ di (tardivi) ringraziamenti qua e là in maniera “mascherata”, ma voi non ditelo in giro.

La mia prima volta allo Skate Im Ring è stata una roba intensissima: pensavo avrei avuto del tempo per cazzeggiare in giro, chiacchierare con gente con cui mi sento solo su Facebook, fare un po’ di shopping ai vari banchetti del merch, ma in realtà tra il penalty box e le telecronache non sono riuscito a fare neanche la cosa che avevo immaginato prima di partire: vedermi una partita dalle tribune con una bella birretta. In compenso, la frenetica attività di questi due giorni mi ha opportunamente fornito molto materiale per questa lista.

1) Organizzare un evento come lo Skir richiede un lavoro pazzesco.

È veramente incredibile la quantità di cose a cui hanno pensato le Alp ‘n Rockets: metter su una baracca del genere, farlo bene, farlo con il supporto degli sponsor e riuscire a non far mancare niente ad atlete e official (inclusa una imbarazzante abbondanza di cibo negli spogliatoi!) merita davvero un encomio. C’era sempre in giro qualcuna con il giacchetto jeans griffato con logo della squadra intenta a fare qualcosa o pronta ad aiutarti a risolvere un problema. Davvero brave, brave, brave.

2) Che fatica il penalty box quando c’è una finale!

Ho lavorato con 3 penalty box manager diversi e da tutti e tre ho imparato un sacco di cose e ho scoperto che alcune pratiche che ritenevo assodate erano invece sbagliate (colpa del fatto che mi è sempre mancata una vera e propria formazione fatta da qualcuno esperto). Ma soprattutto ho scoperto che scrimmage e bout sono una passeggiata in confronto alle finali dello Skir (in tutte e tre si è superato il totale delle 100 penalità complessive): un viavai pressochè continuo e una serie di situazioni difficili da gestire da cui è stato complicato cavarsi d’impaccio. Alla fine della seconda giornata il pensiero è stato: bello il penalty box ma non ci vivrei.

3) Sgt. Pepperoni parla sempre (quando ha un microfono davanti).

Visto che non avevo abbastanza da fare al penalty box (ho officiato 6 delle 9 partite), Sgt. Pepperoni mi ha invitato a commentare insieme a lui gli incontri in cui non ero NSO. Non avendo mai fatto niente del genere in vita mia, ho provato ad immaginare cosa avrei potuto dire, come avrei potuto raccontare uno sport di cui tanti aspetti tecnici mi sfuggono ancora… ebbene, non ce n’è stato bisogno: parlava sempre lui, per fortuna!
Tra le cose uscite fuori in quei momenti, una proposta che giriamo al comitato organizzatore per il prossimo Skir: un NSO che tenga traccia di quante volte Pepperoni dice “eccezionale”, visto che farlo a mente è pressochè impossibile!

4) Fare telecronache è divertente (se sai cosa dire)

Il roller derby un gioco veloce e con pochissimi tempi morti, la telecronaca deve essere continua e Sgt. Pepperoni ha la capacità di sapere sempre cosa dire, al contrario del sottoscritto. C’è da dire che conoscere (e riconoscere!) le giocatrici aiuta molto, motivo per cui per me era molto più semplice parlare dell’O.R.D.A. o delle Bloody Wheels. Nonostante questo, continua a chiedermi di stare accanto a lui per i prossimi eventi – mi ha vietato di iscrivermi come NSO per il DDT, per dire!

5 ) L’afterparty è una chiacchiera

Vedendo i video degli anni passati immaginavo party selvaggi con birra a fiumi e ragazze scatenate… niente di tutto ciò: chiacchiere con una birretta in mano e gente mezza addormentata, la frase che sentivo dire più spesso era “dai, andiamo a dormire”. Nessuno stupore, eh: il primo ad essere stravolto dalla stanchezza ero io!

6) Pepperoni e la cravatta: un rapporto intenso.

La cosa più curiosa vista all’afterparty è stata Sgt. Pepperoni con ancora la cravatta addosso, davvero un oltranzista dello stile. Qualcuno ha suggerito il fatto che la usi per reggere il collo, altrimenti la testa gli cascherebbe di lato.

7) I ref e la birra: un rapporto MOLTO intenso.

C’è una battuta di un film strepitoso che si adatta benissimo al mondo del roller derby: “se gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, i ref vengono da Plutone”. In particolare, i ref stranieri sono delle creature parecchio curiose: tanto precisi, professionali, preparati e seri sul track, quanto sguaiati e cazzoni non appena il punteggio diventa final sullo scoreboard. E poi la birra: sempre, ovunque, comunque! Basta che siano al di fuori del track, e hanno una birra in mano o la stanno andando a cercare. Per dire, 5 minuti (forse anche meno) dopo aver fischiato la fine del suo ultimo bout del giorno, Shref era già lavato, rivestito e con DUE birre in mano!
Ma il campione definitivo, sulla cui identità sorvoleremo, è il ref che – non potendo aspettare – si è portato una bottiglia di Heineken sotto la doccia! Sei il mio erore!

8) I cuscinoni di Roll Line sono una figata pazzesca.

Vedendo le foto degli anni passati, la cosa che mi attraeva di più erano quegli enormi cosi messi a disposizione da Roll Line, su cui si svaccavano le giocatrici tra un incontro e l’altro, per cui provarli era uno dei motivi per cui sono andato allo Skir 2017! E ovviamente non hanno deluso le attese: scordatevi l’orrido pouf di fantozziana memoria, sono comodissimi e non vorresti mai alzarti!

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Ci sarebbero tante altre cose da dire sullo Skir, ma le sapevo già: lo spirito di comunità del roller derby che aleggia pressochè costante tutto il tempo, la sistematica correttezza delle giocatrici sul track e l’altrettanto sistematica condivisione dei momenti di relax, la bellezza della location (il giro in funivia e sul trenino storico che ho fatto all’andata è stato bellissimo!) e la funzionalià dell’Arena Ritten (quel maxischermo è davvero comodo!).

Chiudo con po’ di ringraziamenti personali:

  • Betty Burp & Igol delle Alp ‘n Rockets per tutto lo sbattimento ma in particolare per avermi raccattato una cena la domenica sera.
  • Fabio Ranfi & compagna per il provvidenziale passaggio in macchina al ritorno.
  • Sgt. Pepperoni per aver fatto finta di essere sempre d’accordo coi miei commenti tecnici 😀
  • i miei compagni di alloggio: Jamburraska, Special Toxic e Giobbs.
  • i miei compagni al penalty box: Preto (da cui ho imparato moltissimo!), Deez Astro e Johnny Bash, oltre alle fresh delle Bloody Wheels (Penguin, Lucky Penny e la terza di cui mi sfugge il nome) con cui ci siamo scervellati a contare le penalità.
  • Nicola’s Rage: quel vino che hai portato era una roba fuori dal mondo!
  • O.R.D.A. e Bloody Wheels: anche se non mi avete dato una gioia nelle rispettive finali, siete sempre nel mio cuore. 🙂